Les Petites Madeleines al Turin Palace Hotel

Il lusso fine a se stesso conta poco. 'Lusso' dal latino 'luxus': 'sovrabbondanza', 'eccesso'.
A chi pensa che il Turin Palace Hotel sia semplicemente 'lussuoso' dico di guardarsi bene intorno, perché questo è un luogo dell'anima, un luogo in cui ogni pietra è eloquente, in cui la sobrietà incontra l'eleganza.

A Torino, da Maggio 2015, risplende nuovamente la gemma di questo incantevole edificio, la cui impronta ottocentesca è stata magistralmente riproposta in chiave sì moderna, ma ben attenta all'eloquenza degli spazi, della materia, di ciò che la storia ci ha lasciato in preziosa eredità.

Il prestigioso edificio ha ospitato negli anni personalità di assoluta rilevanza tra cui Guglielmo Marconi, Arturo Toscanini, Federico Fellini, Helmut Newton, Louis Armstrong, David Bowie, Sting, Madonna ed ogni testa coronata di passaggio nella prima capitale d'Italia.


Grazie alla regia di Reale Immobili, proprietaria della struttura, ed alla straordinaria competenza e capacità nella gestione da parte della famiglia Marzot, titolare già dal 1991 dell'Hotel Spadari al Duomo e dal 2003 dell'Hotel Gran Duca di York a Milano, il Turin Palace Hotel risorge, elevandosi a punto di riferimento assoluto dell'ospitalità torinese, immediatamente primo nelle classifiche di gradimento dei portali più rilevanti tra cui i noti Booking.com e Tripadvisor. 

Ci sono 127 camere al Turin Palace. Sono tutte curate nei minimi particolari e, oggettivamente, magnifiche. La cosa più sorprendente è il continuum cromatico e materico che è stato trovato, nel rispetto dell'ambiente Art Decò preesistente. Lo si vede negli arredi in bronzo e legno laccato nero, nei pavimenti a scacchiera del bagno dotato di ampia doccia e vasca che nella nostra splendida camera affaccia sulla collina torinese.


Il Salone Mollino è il cuore dell'edificio e quintessenza di un'eleganza voluttuosa. In questa cornice da Grande Bellezza Italiana, enfatizzata dai leggiadri lampadari in vetro soffiato a mano, non è difficile immaginare le feste della Torino Belle Epoque: dame dalle lunghe collane di perle, reggenti sigarette dai sottili bocchini. Risate, tintinnii di bicchieri. Il tutto offuscato da una vaporosa nebbiolina. E l'orchesta che suona il jazz...

Oggi è il salone dei banchetti; non si può immaginare location più consona ed esclusiva per un evento di grande prestigio. Gli originali particolari astrologici della vetrata di fondo ed il magnifico portale d'ingresso costituiscono elementi di straordinaria rilevanza storica e culturale.


Proseguendo nel corridoio, verso lo scenografico scalone in stile floreale, si apre la lounge, a doppia altezza, dall'atmosfera vagamente coloniale, quasi conradiana. Le opere zoomorfe sono di contemporanei artisti torinesi: Pusole, Galliano, Faravelli.



Il ristorante gourmet Les Petites Madeleines è lì accanto, con le sue luci soffuse, la morbida essenzialità, la delicata nota transalpina. Ti invita a sederti, a rilassarti. Non è austero, no. E' femminile. Ammaliante. Come la donna del quadro. E' un microcosmo, una navicella spaziotemporale. Come le Madeleines di Proust, è capace di estraniarti dalla quotidianità, dai pensieri, di riportarti all'infanzia, ai ricordi. E'evocativo. Il cibo è evocativo.


Les Petites Madeleines è il regno di Stefano Sforza. Lui è uno Chef giovane ma alle spalle ha già esperienze importanti. E'al timone di una Ferrari. E la guida con grande capacità, attenzione e soprattutto rispetto.


Ci ha deliziato con una degustazione in cui ha messo tutta la sua passione ma soprattutto l'equilibrio. Nei piatti, nella proposta complessiva. Sì perchè Torino è strana, non è Milano. Non puoi spingerti sui binari dell'ultramoderno. In fondo, togliere il Vitel Tonnè dalla carta sarebbe un sacrilegio!

Il Saluto dello Chef: un amouse bouche di grande impatto. 'Purea di fave bianche servita con fois gras e tartufo nero, lumaca e purea di cipolla rossa'. Accordi musicali sul pentagramma del palato.


L'abbinamento è con Brut Alta Langa Ettore Germano 2011, 80% Pinot e 20% Chardonnay, dal perlage fine e persistente; impressionante la sensazione di vellutata cremosità.


Il cestino del pane recita: tradizionale, integrale e nero al carbone vegetale con immancabili e graditissimi grissini (olive, sesamo e classici) oltre a degli invitanti bottoncini dolci che sembrano fatti appositamente per incontrare il burro salato aromatizzato al limone.


Il 'Cardo gobbo su  fonduta di Raschera con nocciole caramellate e aria di prezzemolo' ci ha lasciato a bocca aperta anzi spalancata. Un piatto semplicemente perfetto. Equilibrio equilibrio, equilibrio. Un rincorrersi di sapori in cui nessuno prevale o sovrasta l'altro.


Un graditissimo fuori menu, soprattutto per noi amanti del risotto. Questo, con quaglia arrostita, polline di finocchio e arancia. Opulento; geniale la nota di freschezza finale sul palato.


Non potevano mancare i plin. Magico piatto della tradizione, qui proposto nella ricetta più purista, ai tre arrosti. Che dire... c'è tutta Torino in questo piatto, con la sua storia, la sua impronta così significativa nella gastronomia italiana.


La sorpresa arriva con la zuppa alle tre radici: 'Topinambur, Pastinaca e Scorzonera con polvere di carota e quinoa saltata'. Qui c'è l'abilità dello Chef Sforza nel combinare elementi vegetali e soprattutto nello smorzare la forte nota amarognola tipica dei tuberi. Noi che siamo appassionati di cucina vegetariana, crediamo fortemente che il ristorante Les Petites Madeleines troverà un competente mercato di riferimento, grazie alla capacità di Stefano ed alla clientela internazionale del Turin Palace.


Qui l'abbinamento è con un Blangé Langhe Arneis Ceretto 2014, un vino ben conosciuto dagli appassionati, recensito sempre entusiasticamente dalle principali guide enologiche, fruttato e sapido, dal leggero perlage.



Nei secondi, spicca il 'Controfiletto di capriolo aromatizzato al ginepro selvatico e fava di Tonka in crosta di pistacchio con composta di mirtillo, spugna al muschio, spuma di carote, crumble di porcini e semisfera di gelatina di barbabietola con fogliolina d'oro'. Il trionfo della tecnica che consente la valorizzazione, in particolare, della morbidezza della carne cotta sapientemente a bassa temperatura.

Accompagna i piatti di carne un Nebbiolo Langhe Ca Rossa 2014, avvolgente e sufficientemente robusto per 'contenere' la complessità delle portate in abbinamento.



Il 'Maialino in cinque parti: costoletta, pancia, coscia, spalla e fegato nella sua rete, servito con purea di patate alla fava di Tonka, crumble di porcini, verdurine saltate' è per veri intenditori ed appassionati del genere. Coraggiosa e sagace la proposta del fegato, arricchente l'esperienza complessiva del piatto.



A conclusione, optiamo per un gradevole predessert in sostituzione del dolce; sorseggiando un Moscato d'Asti Vignaioli di S.Stefano (attenzione! crea dipendenza!) abbiamo la possibilità di scambiare qualche opinione con lo Chef, che si dimostra persona affabile e disponibile, oltre che estremamente talentuosa ed acculturata.



L'indomani, la colazione conferma la nostra aspettativa: ci ha colpito, in particolare, la presenza del cioccolato fondente 'al taglio', interessante valorizzazione di uno degli elementi per cui Torino è nota.



Lasciamo il Turin Palace con il sorriso, consapevoli che questa grande città abbia trovato una nuova stella che risplenderà presto nel firmamento dei migliori alberghi italiani. Oltre alla struttura, ci piace sottolineare la delicatezza e la professionalità della responsabile delle relazioni esterne, Stefania Banfi, la quale ci ha consentito di conoscere questa magnifica realtà.

In fondo, il Turin Palace Hotel è paradigma della stessa città di Torino:
“Elegante, perbene. Dietro quella facciata austera c’è una prorompente vitalità, un cuore pulsante creativo e frizzante che ne fa una città unica e diversa dal resto d’Italia”(WSJ).


Les Petites Madeleines c/o Turin Palace Hotel
Via Paolo Sacchi, 8, 10128 Torino
Ph: 011 082 5321

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