Cena @ Kanton Fusion - Capriate (BG)

Dimenticate gli stereotipi. Quelli che al ristorante cinese si va per abbuffarsi di 'involtini plimavela', 'lavioli vapole' e 'gelato flitto'. Per usare le stesse parole del giovane patròn Weiku, 'E' come se fino ad ora i Cinesi avessero mangiato gli spaghetti con il ketchup e la pizza al parmesan, senza mai provare l'autentica cucina italiana'.


Tutto vero. Al Kanton si fa sul serio, e fin dall'accoglienza lo si capisce. Ti accompagnano al tavolo, ti fanno sentire benvenuto. Qualche problema nella comunicazione c'è, da parte di qualche cameriera, ma in fondo li possiamo scusare. Forse proprio la gestione del servizio è l'aspetto maggiormente migliorabile, soprattutto nelle tempistiche. Questo lo diciamo perché, secondo noi, questo ristorante ha le potenzialità per arrivare addirittura alla stella Michelin.


La sala è splendida. Minimal sì, ma in grado di far trasparire la cultura orientale: nelle ceramiche spezzate, nei disegni sinuosi creati con il legno, quasi a simboleggiare le squame del dragone. Una location raffinata, un po'in contrasto con l'anonimo complesso periferico in cui è inserita. Atmosfera soft, senza dubbio romantica. 


Un menu articolato, che fonde la tradizione all'innovazione. Una cucina parzialmente a vista, rassicurante nel suo lindore. La mise en place importante, lineare. Bacchette di pregio. Proviamo ad usarle, l'abilità non è eccezionale. 

Partiamo con Polpettine di pollo con mandorle a scaglie e riduzione di limone, felicissima reinterpretazione del classico pollo al limone; ovviamente risalta il contrasto tra la morbidezza della carne e la croccantezza della frutta secca, oltre alla nota acida e sapida ben amalgamate. 


L'altro antipasto, meno vistoso, è una crocchetta alle verdure, in cui si nota la perfezione della panatura. Ottima la salsa leggermente piccante d'accompagnamento. 


Già dai primi piatti si percepisce il livello dell'impiattamento e l'accuratezza nei dettagli. 

I primi sono una bomba di sapore. I Ramen in brodo di maialino da orgasmo. Serviti bollenti, profumatissimi. La pasta porosa, senza dubbio fatta in casa. 


Splendidi anche i Bastoncini di gnocchi di riso, così sfuggenti alle bacchette, così meravigliosamente sapidi e vischiosi; certo, deve piacere la gommosità dell'amido. 


Nei secondi ci rimane impressa la qualità dei Gamberi flambati al sale marino, piatto scenografico e magistralmente eseguito, in cui la carnosità del crostaceo è impreziosita dalla scorza di arancia che ingentilisce la forte nota salata.


Che dire dei Ravioli di maiale ed erba cipollina, un trionfo. Fattura pregiata, ripieno di qualità, temperatura di servizio caldissima, brodo che si fa succhiare fino all'ultima stilla. 


Curioso e azzeccato anche il piccolo, bianchissimo dessert, Polpetta di riso glutinoso con crema di sesamo dolce, da affrontare in un sol boccone, per apprezzare l'esplosione di gusto sul palato. E questo fa capire come sia lontano il gelato fritto dalla cultura gastronomica orientale. Lontano almeno quanto l'Italia è lontana dalla Cina.



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