La Sardegna di Mary
Oggi inizia una nuova, bella collaborazione con Mariangela Dui, un'amica trovata per caso, tra le pieghe della nostra vita di piccoli scrittori di scorribande gastronomiche.
Mariangela avrà uno spazio tutto suo, 'La Sardegna di Mary', e ci racconterà la sua splendida isola, per noi Lombardi così remota e misteriosa, una Sardegna dell'entroterra, lontana dalla mondanità e dal frastuono della costa.
Sarà un blog nel blog, avrà una vita propria, viaggerà parallelamente alle nostre esperienze. Alterneremo i nostri post con i suoi, come se ci fossimo sempre conosciuti sebbene noi, Mariangela, non l'abbiamo ancora incontrata. E' la magia della rete. Ma l'abbiamo sentita vicina, vera.
Leggetela e commentatela, se volete. Ci farà piacere estendere insieme a voi i nostri confini, sempre alla ricerca di quel cibo che è cultura, cultura italiana, cultura sarda. La voce, ora, è quella di Mariangela.
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“C'è il mare di mezzo. La gente non
ci finisce per caso: ci va per scelta”. Così scrive Beppe
Severgnini nel suo “Il Manuale del perfetto turista”, quando
descrive ben quarantacinque motivi per amare la Sardegna. Cosi,
quando si inizia ad amare quest'isola, non si smette più: si ama per
tutta la vita. Cosi le vacanze in questa terra di graniti
abbrustoliti dal sole tutto l'anno, di querce e lecci secolari, di
costumi colorati come campi in primavera, che profuma si salsedine e
di lavanda e di timo selvatico, che tinge le albe e i tramonti con
l'indaco dei fiori di rosmarino e il giallo delle ginestre, ti entra
nel cuore, attraversando i sensi e non ti abbandona più. Inizia
cosi il mio viaggio in Sardegna.
Il massiccio del Montalbo (NU) |
La Sardegna di Mary, quella più
autentica, fatta delle essenze montane, dei sapori di una cucina
tradizionale che attraversa le strade di antichi villaggi e riempie
la tua memoria di profumi impossibili da dimenticare. Sarà la
Sardegna dei vicinati, antico ed inimitabile luogo di condivisione.
Quella delle feste popolari autentiche, lontane dai frastuoni delle
coste, dei villaggi sperduti fra le montagne d'argento ed i boschi
di querce e ginepri secolari. Dei suoni del vento che, in tutte le
stagioni soffia su questa terra, confondendosi con il suono brunito
dei campanacci al collo di animali al pascolo e con il canto antico
dei pastori che abitano queste latitudini.
Punta Catirina e Punta Turuddo' |
“Amo il profumo di
Sardegna” scriveva Beppe Severgnini ancora nel suo manuale. Amo
il profumo di questa terra, che galleggia nel mare quieto, come un
sandalo pietrificato trascinato a forza da qualche oceano tropicale.
Racconterò favole di mitologiche Janas, diaboliche Cogas e banditi
dal cuore di cuoio. Questa è la mia terra e la voglio raccontare
senza gli stereotipi che finora hanno riempito le cronache letterarie
nell' Europa, di un secolo fa, trasportati sui fili d'inchiostro, da
giovani Dandy' in cerca di emozioni forti, stanchi della
quotidianità ingrigita delle città. Io vi porterò nei luoghi
impensati, mai narrati prima; attraverseremo insieme i sentieri
antichi dei carbonai e dei maestri di calcina, valicheremo le
montagne e sentiremo gli echi di remoti boscaioli; entreremo nel
ventre della terra e sentiremo la fatica dei minatori intenti ad
estrarre preziose leghe che fecero dei nostri primitivi, gli uomini
di bronzo conosciuti nel mondo. Assaporeremo i cibi e i vini e
ascolteremo donne e uomini senza tempo, seduti dinanzi a camini
crepitanti, i racconti di mostruose maschere che, sin dalla notte
dei tempi, dirozzano i campi incolti in un rituale indissolubile che
lega l'uomo al culto della terra e dell'acqua.
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