72/100 Ristorante 'Al Faro' (Dalmine - BG): Pizzoccheri mon amour!
Al Ristorante 'Al Faro' ci si deve andare perchè lo si conosce,
sperduto com'è nella periferia della periferica città di Dalmine,
forse la più anonima realtà dell'hinterland bergamasco.
Noi ci siamo andati perchè il Ristorante è stato insignito del titolo di socio onorario dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio, vedasi l'articolo qui linkato. E a noi piacciono tanto i Pizzoccheri valtellinesi, ma devono esser fatti con criterio.
Ci presentiamo senza prenotazione, ci fanno attendere qualche minuto con cortesia, il locale è pienissimo anche alle 21.30. Ambiente un po'anonimo, all'ingresso campeggiano gli articoli che attestano con giustificato orgoglio le onorificenze culinarie dovute al rinomato piatto a base di grano saraceno.
Pronti via, il menu riporta numerose pietanze valtellinesi e grosine in particolare, ma noi ovviamente spalanchiamo la pancia per accogliere il calorico primo piatto che ha reso notorio questo locale. All'ultimo decidiamo di attendere i Pizzoccheri ordinando un antipasto di salumi misti valtellinesi serviti con sottoli e sottaceti, decisione che si rivelerà errata.
Un errore non per la qualità dei salumi che son parsi molto buoni, in particolare la bresaola ed il prosciutto crudo. Ma perchè abbiamo spiato gli altri tavoli e le porzioni dei Pizzoccheri ci son parse subito impressionanti nella quantità... Consiglio: non rovinate la degustazione con l'antipasto!
Quindi, con lo stomaco già 'aggiustato' dall'antipasto accompagnato da un gustoso pane di grano duro, ecce vobis la mostruosa (quanto a grandezza) pirofila di Pizzoccheri, mantecati e serviti sapientemente dalla gentile e affabile titolare che si intrattiene con passione a descrivere i delicati movimenti dei cucchiai al fine di ottenere la perfetta 'scioglievolezza' del Casera DOP, visto che la preparazione del piatto avviene a 'strati' come fosse una lasagna.
Mamma mia che Pizzoccheri! Credo di non aver mai mangiato un piatto così buono. Certo, la quantità di condimento è importante (burro e formaggio la fan da padroni) ma non si viene qui per far la dieta. La pasta è splendidamente callosa, il grano saraceno domina con la sua ruvidezza ed il suo inconfondibile sapore. Il formaggio, perfettamente sciolto, lega il piatto completamente. Il burro leggermente tostato si fonde all'insieme e non si dissocia, non lascia il piatto unto. C'è il cavolo verza ben croccante, c'è tutta la qualità ed il sapore in questo piatto.
Non c'è bisogno di dolce, non c'è spazio per null'altro. Qui si deve venire solo ed esclusivamente per i sontuosi Pizzoccheri, il cui costo, 12 euro a porzione (che vale doppio vista la quantità) è ben giustificato. Chapeau!
Noi ci siamo andati perchè il Ristorante è stato insignito del titolo di socio onorario dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio, vedasi l'articolo qui linkato. E a noi piacciono tanto i Pizzoccheri valtellinesi, ma devono esser fatti con criterio.
Ci presentiamo senza prenotazione, ci fanno attendere qualche minuto con cortesia, il locale è pienissimo anche alle 21.30. Ambiente un po'anonimo, all'ingresso campeggiano gli articoli che attestano con giustificato orgoglio le onorificenze culinarie dovute al rinomato piatto a base di grano saraceno.
Pronti via, il menu riporta numerose pietanze valtellinesi e grosine in particolare, ma noi ovviamente spalanchiamo la pancia per accogliere il calorico primo piatto che ha reso notorio questo locale. All'ultimo decidiamo di attendere i Pizzoccheri ordinando un antipasto di salumi misti valtellinesi serviti con sottoli e sottaceti, decisione che si rivelerà errata.
Un errore non per la qualità dei salumi che son parsi molto buoni, in particolare la bresaola ed il prosciutto crudo. Ma perchè abbiamo spiato gli altri tavoli e le porzioni dei Pizzoccheri ci son parse subito impressionanti nella quantità... Consiglio: non rovinate la degustazione con l'antipasto!
Quindi, con lo stomaco già 'aggiustato' dall'antipasto accompagnato da un gustoso pane di grano duro, ecce vobis la mostruosa (quanto a grandezza) pirofila di Pizzoccheri, mantecati e serviti sapientemente dalla gentile e affabile titolare che si intrattiene con passione a descrivere i delicati movimenti dei cucchiai al fine di ottenere la perfetta 'scioglievolezza' del Casera DOP, visto che la preparazione del piatto avviene a 'strati' come fosse una lasagna.
Mamma mia che Pizzoccheri! Credo di non aver mai mangiato un piatto così buono. Certo, la quantità di condimento è importante (burro e formaggio la fan da padroni) ma non si viene qui per far la dieta. La pasta è splendidamente callosa, il grano saraceno domina con la sua ruvidezza ed il suo inconfondibile sapore. Il formaggio, perfettamente sciolto, lega il piatto completamente. Il burro leggermente tostato si fonde all'insieme e non si dissocia, non lascia il piatto unto. C'è il cavolo verza ben croccante, c'è tutta la qualità ed il sapore in questo piatto.
Non c'è bisogno di dolce, non c'è spazio per null'altro. Qui si deve venire solo ed esclusivamente per i sontuosi Pizzoccheri, il cui costo, 12 euro a porzione (che vale doppio vista la quantità) è ben giustificato. Chapeau!
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