68/100 - 'Trattoria Pisgiù' (Sorisole - BG). La vera trattoria Bergamasca.

Conosciuta dai trekkers 'cittadini' che si cimentano in passeggiate leggere (da qui si dipartono diversi sentieri all'interno del Parco dei Colli di Bergamo), la Trattoria Pisgiù può essere definita la quintessenza dell'Orobicità. Spartana e rustica come i suoi proprietari, ha nella vista che si apre sull'arco delle colline sopra Bergamo la sua splendida caratteristica; qui d'estate di mangia nella grande e ventilata terrazza e si gode di un panorama magnifico.

Siamo gli unici avventori di questo post Natale che passerà alla storia per la Crisi economica più grave degli ultimi quarant'anni. Chiediamo timidamente all'anziano titolare che sta pranzando con la tv accesa se si può mangiare un boccone, è il pranzo del 27 dicembre. Con un ermetico 'prego' che interpretiamo come cenno di massima accoglienza, ci accomodiamo nei pressi del grande camino, in uno sconfinato salone anni Settanta, demodèe nonché trascurato, ma con una vista che ti si apre il cuore.



La gentile sebbene timida figlia del suddetto personaggio ci elenca i piatti di oggi, noi ci soffermiamo sui primi e non ci facciamo mancare il classico Casoncello più una tagliatella al sugo la cui semplicità ci aggrada nel dopo-libagioni delle Festività appena trascorse.

Giusto il tempo di sorseggiare un dignitoso rosso della casa ed eccoci serviti. I casoncelli sono buoni, ben conditi, forse non i migliori che io abbia provato, ma morbidi e saporiti. 



Davvero ottime le tagliatelle, giustamente ruvide per attrarre un sorprendente sugo di pomodoro fresco, tagliatelle certamente fatte in casa. Ecco come il buon cibo ci riscalda i cuori titubanti per aver aperto l'uscio di questo locale un po' anacronistico.



Per non cancellare l'effetto muscolare della precedente passeggiata, decidiamo di condividere il secondo: involtini di vitello con contorno di verdure cotte. Ebbene, questo piatto riporta alla mente sapori d'infanzia. A me son sembrati gli osèi scapacc della nonna, teneri e saporiti, avvolti nel crudo e conditi con il sugo dei casoncelli. Tra l'altro ci vien portata anche una polentina d'accompagnamento, assai gradita.



Soddisfatti di questo 'crescendo' concludiamo con una buona torta rustica di pinoli e uvetta, accompagnata da un ottimo caffè. 



Insomma, a volte l'apparenza inganna. Qui al Pisgiù sembra di mangiare dalla nonna. E si mangia davvero bene.

Abbiamo speso 17 euro a testa, coperto, vino ed acqua inclusi.




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