Brunch @ Ristorante Centrale - Fino del Monte (BG)
Roba da matti. Un buffet pieno di ogni ben di dio, chafing dish, verdure grigliate, uova, frutta fresca e torte.
10 euro (15 nel fine settimana). Altro che brunch, pare riduttivo il termine qui all'Albergo Ristorante Centrale.
E poi c'è l'anfitrione Venanzio, uno che sa intrattenere i suoi ospiti abituali, la coppia di Milano che ha la seconda casa in valle, gli operai del vicino cantiere, i dipendenti del comune, i vigili urbani, il vecchietto rimasto solo che qui si sente meno solo. Ma non ci si sente 'forestieri' qui, anche se non ci si è mai stati; al massimo ci si deve aspettare un 'Siete nuovi? Sapete come funziona?'.
E la sala si anima di vite, percorsi, umanità. Che si incrociano per mezz'ora nell'andirivieni da/al buffet che sa di casa, altro che quell'anglofono 'brunch' che poi non è tanto tale, piuttosto un vero 'buffet lunch', rimanendo nel gergo internazionale.
La lasagna classica e la cotoletta, da sole, valgono il prezzo del biglietto. Tutto il resto è vita, dalla trippa in umido alla macedonia di frutta fresca che poi, chissenefrega se provenisse anche dal buffet della colazione dell'albergo.
Poi c'è l'anziana sciura in cucina, quella che le cotolette le sa fare eccome, che neanche a Milano. Quel tocco di familiarità che oggigiorno ti fa stare bene, nella semplicità, nella passione dell'accoglienza senza badare al profitto.
Il tutto in un'atmosfera retro, vintage, anni 80, con i quadri dei bisnonni alle pareti, avori intagliati provenienti da chissà quale viaggio di Venanzio, un grande crocifisso... una sala eterogenea insomma.
Ah dimenticavamo. Non passate troppo parola. Magari Venanzio ne approfitta per aumentare il prezzo...
10 euro (15 nel fine settimana). Altro che brunch, pare riduttivo il termine qui all'Albergo Ristorante Centrale.
E poi c'è l'anfitrione Venanzio, uno che sa intrattenere i suoi ospiti abituali, la coppia di Milano che ha la seconda casa in valle, gli operai del vicino cantiere, i dipendenti del comune, i vigili urbani, il vecchietto rimasto solo che qui si sente meno solo. Ma non ci si sente 'forestieri' qui, anche se non ci si è mai stati; al massimo ci si deve aspettare un 'Siete nuovi? Sapete come funziona?'.
E la sala si anima di vite, percorsi, umanità. Che si incrociano per mezz'ora nell'andirivieni da/al buffet che sa di casa, altro che quell'anglofono 'brunch' che poi non è tanto tale, piuttosto un vero 'buffet lunch', rimanendo nel gergo internazionale.
La lasagna classica e la cotoletta, da sole, valgono il prezzo del biglietto. Tutto il resto è vita, dalla trippa in umido alla macedonia di frutta fresca che poi, chissenefrega se provenisse anche dal buffet della colazione dell'albergo.
Poi c'è l'anziana sciura in cucina, quella che le cotolette le sa fare eccome, che neanche a Milano. Quel tocco di familiarità che oggigiorno ti fa stare bene, nella semplicità, nella passione dell'accoglienza senza badare al profitto.
Il tutto in un'atmosfera retro, vintage, anni 80, con i quadri dei bisnonni alle pareti, avori intagliati provenienti da chissà quale viaggio di Venanzio, un grande crocifisso... una sala eterogenea insomma.
Ah dimenticavamo. Non passate troppo parola. Magari Venanzio ne approfitta per aumentare il prezzo...
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