70/100 - 'A tavola da Patrizia' (Bergamo): perchè siamo ciò che mangiamo

Non chiamatelo ristorante. Patrizia se ne avrebbe a male. Qui non esiste una carta e le pietanze del giorno vengono scritte diligentemente a mano su un comune foglietto. Nemmeno i prezzi sono citati. E' la Patrizia a guidarti nella scelta, come se fossi ospite a casa sua.


Lei, che arriva al locale tutte le mattine alle 7:00, si mette ai fornelli per tre ore, prima che arrivi il suo giovane aiuto cuoco per terminare la preparazione. Gli ingredienti sono prevalentemente locali. A kilometro zero o, meglio, a metro zero, visto che l'orto Patrizia ce l'ha proprio al di fuori del locale, e alcune verdure se le fa dare dal vicinato.


Patrizia ha coltivato per anni la passione per la cucina e, in particolare, per la cucina salutistica. La sua filosofia è basata su ricette semplici e piatti dalla breve cottura, che rispettano la qualità e la freschezza della materia prima. Spezie che favoriscono la digestione – aglio, zenzero e peperoncino – oltre a cibi che contengono poco colesterolo (il burro viene evitato) e a riscoperte culinarie legate a tagli poveri (rognone ad esempio).

Noi abbiamo apprezzato questo stile moderno e le idee chiare di Patrizia. Certo, c'è qualche cosa da sistemare - soprattutto nel servizio - ma il locale è aperto da soli tre mesi...

L'atmosfera è linda e luminosa, il bianco domina e l'arredamento è moderno; i tavoli bianchi sono un po'freddini, avremmo preferito il legno. Mise en place con agile runner grigio chiaro più da mezzogiorno, ma comunque piacevole.


Proviamo gli spaghetti alle vongole veraci e zeste d'arancia. Ben fatti e ben legati; i sapori si completano piacevolmente, il peperoncino e l'arancia si rincorrono senza sovrastare la sapida vongola. Peccato che gli spaghetti siano stati spezzati...


I tortiglioni cacio e pepe se ne vanno senza infamia né lode; da apprezzare la cottura non eccessiva della pasta che spesso non si trova al ristorante.

Ci concediamo un condiviso secondo consistente negli involtini di verza con ripieno di carne che a Bergamo chiamano 'capù', accompagnati dalla polenta. Qui il sugo di pomodoro è un po'invasivo e forse li avremmo serviti senza lo spago, ma siamo 'a tavola da Patrizia' e non al ristorante...


Chiudiamo con un'ottima torta pere e cioccolato un'esperienza molto positiva, allietata dalla chiacchierata conclusiva con Patrizia, il vero fattore extra di questo locale.


Con un servizio da aggiustare ed un occhio ai prezzi che sono un tantino elevati, siamo certi che Patrizia avrà il giusto premio per il coraggioso cimento che l'ha portata a 60 anni, ad avere – finalmente – il suo piccolo e accogliente 'non-ristorante' dove condurre i propri avventori attraverso un percorso culinario basato sul famoso dettame di Feuerbach: l'uomo è ciò che mangia. 

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Il conto:

Coperto 0 (applausi)
1 acqua in bottiglia = gentilmente omaggiata (applausi)
2 calici di vino 3 euro x 2 = 6 euro
2 primi piatti 12 euro x 2 = 24 euro
1 secondo piatto = 15 euro
1 dessert = gentilmente omaggiato (applauso)
1 caffè = gentilmente omaggiato (grazie)

Totale euro 45 in due.

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Le nostre opinioni:

Spaghetti alle vongole: 75/100 – gustosi
Cacio e pepe: 70/100 – discreti
Capù e polenta: 70/100 – buona la materia prima
Dessert: 75/100 – molto buona la torta

Locale ed ambientazione: 70/100 – un po'freddino ma lineare, bella la cucina a vista
Mise en place, coperto: 65/100 – da migliorare il pane
Servizio: 65/100 – Patrizia si meriterebbe un aiuto più consono in sala...

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